Da questa pagina si possono scaricare gli opuscoli della collana "Pagine sparse" ideati dalla Società di Studi Politici e pubblicati dalla Editrice La Scuola di Pitagora Il bene dello stato è la sola causa di questa produzione
Gaetano Filangieri
Pagine sparse nasce dall’idea che la vita non possa essere occupata dall’indifferenza e dall’egoismo e che una società segnata da questi sentimenti è cieca, corrotta e barbara.

La Società di studi politici  ha ideato il progetto Pagine sparse, di cui questa collana è espressione, con la finalità di creare liberi spazi di riflessione e di studio.
I primi sette opuscoli della collana nascono dal prezioso contributo degli studenti del liceo “Jacopo Sannazaro”, riuniti in gruppo di lettura per studiare testi scelti di grandi autori quali Piero Calamandrei, Thomas Mann, Pier Paolo Pasolini, Benedetto Croce, Antonio Gramsci e tanti altri che rappresentano i migliori custodi di quella “fantasia concreta” in grado di parlare ai cuori dei giovani e di radicare in essi il sentimento del pubblico e l’amore per la politica.
Il progetto intende rappresentare non solo un’esperienza di formazione ma anche l’opportunità per giovani studenti di partecipare alla redazione dei testi, dall’ideazione alla stampa, acquisendo in tal modo conoscenze e competenze anche in campo editoriale. Si spera che questa iniziativa possa incoraggiare altri giovani,
liceali e universitari, a creare gruppi di studio per dare forma concreta alla loro naturale propensione al sapere.

 

L'acropoli dei giovani

[...]altri appetiti, venuti su di soppiatto, per insipienza dell'educazione[...] si fanno molti e gagliardi. [...]e infine si impadroniscono dell'acropoli dell'anima giovanile, vistola vuota di dottrina e di nobili studi e veraci ragionamenti, che sono le migliori sentinelle e guardie nell'animo degli uomini cri agli Dei.
Platone, La Repubblica, 560b

Il testo "I giovani infelici" è tratto da Pier Paolo Pasolini, Lettere luterane. Il progresso come falso progresso, Einaudi Tascabili, Torino 1976.

 



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[...]Dunque, i figli che noi vediamo intorno a noi sono figli «puniti»: «puniti», intanto, dalla loro infelicità, e poi, in futuro, chissà da che cosa, da quali ecatombi (questo è il nostro sentimento, insopprimibile). Ma sono figli «puniti» per le nostre colpe, cioè per le colpe dei padri. È giusto? Era questa, in realtà, per un lettore moderno, la domanda, senza risposta, del motivo dominante del teatro greco.[...]
Pier Paolo Pasolini, da I giovani infelici

 

 

Il testo "Indifferenti"è tratto da "La città futura", numero unico pubblicato dalla Federazione giovanile socialista piemontese, 11 febbraio 1917.

 



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[...]L’indifferenza è il peso morto della storia. È la palla di piombo per il novatore, è la materia inerte in cui affogano spesso gli entusiasmi più splendenti, è la palude che recinge la vecchia città e la difende meglio delle mura più salde, meglio dei petti dei suoi guerrieri, perché inghiottisce nei suoi gorghi limosi gli assalitori, e li decima e li scora e qualche volta li fa desistere dall’impresa eroica. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costrutti; è la materia bruta che si ribella all’intelligenza e la strozza.[...]

 

 

Il presente "Discorso sulla Costituzione" fu pronunciato il 26 gennaio del 1955, a Milano, nel Salone degli Affreschi della Società Umanitaria in occasione dell’inaugurazione del ciclo di conferenze sulla Costituzione italiana organizzato da un gruppo di studenti universitari e medi.

 

"Lo sappiamo: il fascismo, come ordinamento politico, è finito: le sue strutture esterne, le colonne di cartapesta e gli archi di falso antico, lo sappiamo, non torneranno mai più. «La storia – ci ammonisce Benedetto Croce – non fa in modo efficace la caricatura di sé medesima». Ma il costume sotterraneo resta: circola, serpeggia, fermenta: alimenta altre ruberie, incoraggia altre tracotanze, suscita altre oppressioni. E i dominatori, anche se sotto divise meno marziali (e magari, oggi, sotto vesti pie; e domani chissà sotto quali altri travestimenti) sono sempre loro e le vittime sono sempre le stesse."
Piero Calamandrei, da La storia del costume fascista

 

Pagine sparse raccoglie testi di grandi autori capaci di suscitare in chi legge un nuovo sentire, un più alto costume: veri pensieri per contraddire vuote credenze.
 

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