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Scandalo rifiuti in Campania: “Operazione deviata” verso la fine, di chi è la colpa? Dei pesci piccoli!Era il 1994 quando menti criminogene inventarono l’emergenza rifiuti ispirandosi alla legge istitutiva della Protezione Civile Nazionale del 1992 che obbligatoriamente imponeva, per mantenere in vita pluriannuale l’operazione, di conservare un grave pericolo per l’ambiente e la salute dei cittadini in modo da giustificare il ricorso ai poteri speciali, anno dopo anno, per spendere disinvoltamente il denaro pubblico. Come emerso dalle indagini della magistratura, i pesci grossi che hanno comandato l’operazione sono al di sopra dei livelli politici e degli amministratori pubblici nazionali e locali. Si tratta di coloro che comandano veramente in Italia, delle potenti lobby economiche che “ordinano” ai governi bipartisan quello che si deve fare! In questi 17 anni le cose sono cambiate, i governi nazionali e locali si sono succeduti con schieramenti partitici diversi. L’operazione deviata invece ha continuato imperterrita procurando facili guadagni alle lobby e ai suo sostenitori che, in tutti i modi, controllano il territorio oggetto della “cura”. Per fare funzionare per 17 anni un’operazione deviata così puzzolente come l’emergenza rifiuti non deve essere stato semplice; inoltre, quali complicità sono state necessarie? Al fine di evitare che si attivi qualche altra iniziativa deviata simile a scapito dei cittadini, che inevitabilmente ne pagherebbero le spese, cerchiamo di individuare i punti di forza che hanno garantito il salasso dei cittadini, il danneggiamento socio-economico della Campania, i continui attentati alla salute e alle risorse ambientali di importanza strategica come il suolo e l’acqua. Cominciamo con il livello locale che sta ancora subendo le conseguenze delle attenzioni deviate. La maggioranza dei cittadini campani si è comportata da “fesso”; non ha capito che la popolazione è stata ostaggio, per 17 anni, di fameliche sanguisughe lobbiste che, insieme con i loro “sostenitori locali”, hanno guadagnato facilmente senza risolvere la raccolta, riciclaggio e smaltimento dei rifiuti nel rispetto delle leggi nazionali ed europee; anzi hanno pilotato insistentemente la regione verso una emergenza ambientale-sanitaria come quella che caratterizza questo inizio di estate 2011. I mass media che contano hanno avuto un ruolo di importanza strategica: come nel medio evo hanno diffuso le notizie che facevano comodo ai piloti dell’operazione deviata. Mai nessuno ha approfondito l’argomento emergenza rifiuti; se qualcuno lo ha fatto è sempre stato isolato tra gli assordanti cori dei servitori delle lobby. In tal modo la maggioranza dei cittadini italiani non ha mai avuto la percezione che si trattasse di un’operazione deviata bipartisan abilmente guidata da vari governi nazionali. Le Istituzioni che si occupano dei reati sono state abilmente contrastate: le operazioni si sono svolte sotto la protezione di Dl e leggi ad hoc. Abili scrittori di provvedimenti legislativi, probabilmente esperti nella difesa di imputati di vari capi d’accusa, sono stati incaricati di elaborare provvedimenti tesi a non tutelare la trasparenza delle attività speciali né i cittadini ma a proteggere e blindare le operazioni deviate. E ci sono riusciti! Quante cariche i cittadini che costituiscono le forze dell’ordine sono stati costretti a fare contro animi “ribelli” di cittadini che difendevano il loro territorio da interventi iniqui e dannosi; quante teste rotte e quanti danni! Per arrivare dopo 17 anni di cura governativa all’attuale situazione? Non c’è stata opposizione politica: l’operazione ha avuto piloti bipartisan. I cittadini campani, che per la maggior parte si sono dimenticati di essere proverbialmente svelti e furbi, si sono fatti raggirare come neonati fessi! La legge elettorale ha fornito un quadro di comando potente e valido: può andare avanti in politica e nella amministrazione pubblica e può anche guadagnare solo chi serve fedelmente la lobby. Penso che l’operazione deviata abbia raggiunto traguardi insperati dai promotori e una durata impensabile e naturalmente guadagni facili, alla faccia dei cittadini italiani e specialmente campani. Sembra che ora l’operazione si stia svuotando. Le protezioni e le blindature stanno scricchiolando prima del crollo finale! Come si dice, i nodi vengono al pettine, qualcuno deve pagare. Ma chi? Certamente i pesci piccoli con ruoli pubblici, i servi consci e inconsapevoli di avere sostenuto, almeno in parte, una faraonica operazione deviata. Protetta da leggi ad hoc. I pesci piccoli e altamente differenziati, rispetto alla fauna ittica normale, specializzati a guazzare nel percolato e ad obbedire agli ordini superiori, non si sono resi conto che l’operazione volgeva al termine e che i primi e forse i soli ad essere colpiti sarebbero stati proprio loro. Si dice: quando la nave affonda i ratti scappano. Purtroppo finchè a Napoli l’affondamento avverrà tra i rifiuti i ratti e affini non fuggiranno. Ora si deve ripulire il territorio provinciale, poi si vedrà. Gli imbecilli, gli ingenui “finti” o veri, i parassiti, le piccole sanguisughe, che con ruoli pubblici diversi, anche di alto livello, hanno fatto parte del coro lobbistico che ha sostenuto l’operazione deviata sono pronti a riciclarsi appena spunterà una nuova organizzazione la cui sigla inizia con la famigerata P. E i cittadini? Saranno più svegli e attenti a quello che succede sul loro territorio. Prima di tutto devono individuare con attenzione i loro difensori locali e nazionali; difensori che prima di tutto servano il territorio e si battano per la tutela della salute e delle risorse ambientali di importanza strategica. E diciamolo chiaramente: si devono ispirare a Giuseppe Dossetti quando ammoniva i cittadini che deve essere un loro dovere (di tutti i cittadini senza distinzione di tessera partitica) opporsi vigorosamente e democraticamente a provvedimenti palesemente ingiusti imposti (anche con le mazzate) da rappresentanti momentanei di istituzioni pubbliche che fanno gli interessi delle lobby a scapito dei cittadini. Sembra quasi che Dossetti avesse previsto quanto si sarebbe verificato in Campania per 17 anni! Franco Ortolani Ordinario di Geologia, Università di Napoli Federico II 26 giugno 2011
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Ultimo aggiornamento:
ottobre 2010